#23 LA COSA NELLA LETTERATURA

Il panettone è il protagonista di poesie dedicate ai bambini che aspettano il Natale e spesso citato in opere letterarie di illustri scrittori italiani.
Di seguito sono riportate alcune citazioni dei testi in questione:



Pietro Verri
Nella vigilia del santo Natale si faceva ardere un ceppo ornato di frondi e di mela, spargendovi sopra tre volte vino e ginepro; e intorno vi stava tutta la famiglia in festa. Questa usanza durava ancora nel secolo decimo quinto, e la celebrò Galeazzo Maria Sforza. Il giorno del santo Natale i padri di famiglia distribuivano sin d’allora i denari, acciò tutti potessero divertirsi giocando. Si usavano in que’ giorni de’ pani grandi, e si ponevano sulla mensa ceci, anitre e carni di majale; come anche oggidì il popolo costuma di fare” 

(Pietro Verri, Storia di Milano, Milano, Società Tipografica de’ Classici Italiani, 1834, Tomo I, p. 121).






Filippo Tommaso Marinetti
Interviene il cuoco futurista Garavelli – Vorrei costruire il panettone gigantesco simbolo di Milano ma ho un dubbio sul vigore del lievito e ad ogni buon conto uova e farina uova e farina uova e farina per l’illusorio tono d’oro e poi una sublime leccatina di calorie a miliardi per ottenere la scricchiolante crosta che simuli il carbone – Occorre l’energia espansiva della Poesia e per questo portare in carlinga l’enorme buona pasta e tanto meglio se nel cielo di Como la benedirà un po’ di quella acqua piovana maestra di pane a sapore speciale Volare col pomposo panettone in un Caproni per aerarlo prima di cuocerlo (…) O studenti milanesi il Futurismo vi regala un nuovo simbolo per i vostri berretti goliardici il Panettone Gigante della bontà e della veloce digestione destinato a fugare la preistorica pastasciutta del filosofico peso O studenti milanesi il Panettone che stiamo cucinando salverà la città (…) 6 metri di diametro e 2 di altezza Avrà cento fratelli minori panettoni che la Rivista Internazionale “Poesia” spedirà in vagoncini a lettuccio di versi liberi ritagliati nella carta velina dorata Nel forno fiabesco si sviluppano i lineamenti grandiosi di una catena di monti mangiabili (…) delirante di terrore Garavelli sorveglia il fumante roseo forno ebbro di scintille” 


(Filippo Tommaso Marinetti, La grande Milano tradizionale e futurista, Milano, Mondadori, 1969, p.73)





Le citazioni









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